Maremoti e tsunami

Maremoti e tsunami

Le scosse di terremoto quando avvengono in regioni poste presso o sotto gli oceani ed i mari provocano i maremoti. Boati, ossia cupi brontolii come di tuono tempestoso o scoppi repentini dovuti al rumore prodotto dalla rottura delle rocce di cui consta la crosta terrestre, precedono, accompagnano o seguono le scosse sismiche; cosi le accompagnano spesso manifestazioni luminose (bagliori sismici).

Gli animali avvertono prima il maremoto?

Non si è ancora riusciti a dare una spiegazione positiva al presentimento dei moti tellurici manifestato dagli animali: qualcuno ritiene che in anticipo si sprigionino dalla superficie del suolo dei gas la cui presenza è percepibile soltanto all’acuto odorato di alcuni animali. Vari sono i tipi di terremoti: vulcanici o eruttivi (scosse che precedono una eruzione vulcanica vera e propria o eruzioni abortite o comunque dovute a movimenti piú o meno profondi di masse magmatiche, come quelle registrate spesso nella zona circumvesuviana ed etnea); di crollo o sprofondamento (dovuti a cedimento di masse entro vuoti o caverne e quindi alla gravità, come per il terremoto di Avezzano del 1915);

Tettonici o di dislocazione, sia terrestri sia sottomarini, dovuti a rottura di equilibrio delle rocce profonde (le quali sono dotate di una notevole tensione elastica) e da porsi in rapporto con le forze generatrici delle montagne. Sono questi i piú grandiosi fenomeni sismici e si manifestano generalmente nelle zone di piú recente corrugamento ai margini del rilievo, le quali sono anche ovviamente piú interessate dal vulcanesimo. Ciò che piú interessa nello studio di un terremoto è la determinazione della profondità dell’ipocentro o fuoco sismico.

L’Italia e i terremoti marini

I terremoti si verificano in quasi tutto il mondo; vi sono però regioni, in cui essi si ripetono con maggior frequenza e la distribuzione delle regioni sismiche (data l’origine principalmente tettonica dei terremoti) corrisponde alla carta delle dislocazioni. L’Italia è una zona dove questo flagello imperversa (nel terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908 perirono quasi 200.000 persone).

Principali centri sismici sono: il centro mediterraneo (alpino-caucasico-himalaiano) e il centro circumpacifico (« anello di fuoco » dell’oceano Pacifico), o in corrispondenza dei quali la struttura del sottosuolo è maggiormente instabile. La difesa contro i terremoti si concreta nella costruzione di edifici che possano resistere all’urto dell’onda sismica. In proposito esistono studi di edilizia sismica, per la quale uno dei principi pratici piú elementari sarebbe quello di edificare costruzioni poco elevate; nella tecnica dei cementi armati, rigorosamente applicata, è stato trovato uno dei mezzi piú efficaci di difesa.

Ricordiamoci infine i terremoti marini. Hanno epicentro sul fondo del mare da dove l’onda di vibrazione proveniente dall’ipocentro, si propaga all’acqua e viaggia quale onda di condensazione e di rarefazione alla velocità del suono (km 1,4 al secondo). Alla superficie dell’acqua il moto è avvertito come se i galleggiante fosse poggiato sul fondo. I pesci vengono trovati morti e le navi subiscono scosse come se avessero urtato in un ostacolo.