Gli strumenti della scienza moderna ci stanno aiutando a capire meglio il mondo che ci circonda, ma qualche volta portano a intuizioni e scoperte che sembrano confondere un po’ le acque. Le alghe sono sempre state definite, in passato, come organismi semplici simili a piante in grado di nutrirsi in modo autonomo (autotrofia) sfruttando la luce del sole attraverso un processo chiamato fotosintesi.
Varietà infinite di alghe
Variano molto nelle dimensioni: da organismi microscopici a organismi macroscopici, quelli che chiamiamo comunemente alghe marine. Tutto questo a grandi linee è esatto, ma studi sul funzionamento e la chimica delle alghe e soprattutto studi sul loro DNA (è l’acido desossiribonucleico, quello che contiene le informazioni genetiche trasmesse per via ereditaria) hanno svelato che le alghe sono molto più complesse di quanto pensassimo.
Gli scienziati stanno ancora discutendo animatamente per decidere come classificarle. Ancora oggi le alghe vengono comunemente raggruppate nel regno dei Protisti, un gruppo tassonomico che comprende tutti gli organismi viventi che non sono animali, piante, funghi, batteri o virus. Molti protisti, come le amebe, che conosciamo abbastanza bene, si muovono nell’acqua alla ricerca di cibo… quindi non sono alghe.
La salvezza del pianeta passa per le alghe
Un altro gruppo di protisti dotati di capacità motoria che si spostano nell’acqua grazie ad appendici simili a frustini sono i flagelli. Tra questi ne esistono alcuni, come l’Euglena, in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana, che vengono perciò classificati come alghe. Il gruppo di alghe più numeroso è quello degli Eteroconti, che include la maggior parte del fitoplancton che galleggia nei mari e negli oceani trasportato dalle correnti. Le alghe marine sono rappresentate per lo più da alghe rosse, brune e verdi e spesso vengono raggruppate a parte, nel gruppo degli Archeplastidi (lat. Archaeplastida); benché alcuni scienziati sostengano che le alghe verdi vadano invece inserite tra le piante vere e proprie.
Questa complessità può sconcertare, ma spiega anche perché le alghe sono così importanti per la vita sulla terra. Il numero di alghe è talmente alto che sono proprio loro a fornire la maggior parte dell’ossigeno presente sul nostro pianeta. Inoltre sono alla base delle principali catene alimentari degli organismi acquatici. I sedimenti carbonatici prodotti dalle alghe calcaree nel corso dei millenni sono molto importanti perché costituiscono un serbatoio di petrolio e gas naturale, le fonti di energia che utilizziamo per alimentare i nostri veicoli e scaldare le nostre case.